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Cabergolina Teva 0,5 mg: Scheda Tecnica del Farmaco

Cabergolina Teva 0,5 mg: Scheda Tecnica del Farmaco

Cabergolina Teva riduce la pressione sanguigna, e ciò può alterare la capacità di reazione di alcuni pazienti. È necessario tenere in considerazione questa eventualità in situazioni che richiedono un particolare stato di vigilanza, come ad esempio la guida di un’auto o l’uso di macchinari. La gravidanza deve essere esclusa prima della somministrazione di cabergolina; dopo il trattamento si deve evitare la gravidanza per almeno un mese. Non sono disponibili informazioni circa l’interazione tra cabergolina e altri alcaloidi dell’ergot. Di conseguenza, l’uso concomitante di questi medicinali durante il trattamento a lungo termine con cabergolina è sconsigliato. Nel topo trattato con cabergolina a dosi fino a 8 mg/kg/die (circa 55 volte la dose massima raccomandata nell’uomo) durante il periodo dell’organogenesi, sono stati osservati effetti tossici per la madre ma non effetti teratogeni.

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La paziente dovrà fare particolare attenzione con https://www.autotitlelending.com/2024/03/29/i-migliori-3-negozi-di-steroidi-classifica-e/ se ha o ha avuto reazioni fibrotiche (tessuto cicatriziale) che hanno coinvolto il cuore, i polmoni o l’addome. La terapia con cabergolina può causare disturbi come gastrite, nausea, vomito, dispepsia (difficoltà a digerire) e costipazione. La cabergolina può causare gravi patologie cardiache, fra cui valvulopatie cardiache (cioè patologie delle valvole del cuore), pericarditi (cioè infiammazioni del pericardio, la membrana che riveste il cuore) e versamenti pericardici (accumulo di liquido nello spazio pericardico, ovvero lo spazio compreso fra il pericardio e il cuore). La terapia con cabergolina può causare disturbi del sonno, deliri, disturbi psicotici, aggressività, confusione e allucinazioni. Si raccomanda, inoltre, agli allevatori di sospendere la somministrazione del medicinale e di segnalare ai medici veterinari eventuali reazioni avverse che si fossero verificate.

  • La sicurezza ed efficacia di cabergolina per bambini e adolescenti non sono state studiate poiché il morbo di Parkinson non colpisce questa popolazione.
  • Poiché ad oggi esiste un’esperienza clinica ancora limitata e il medicinale ha una lunga emivita, come misura precauzionale si consiglia alle donne che desiderano una gravidanza, una volta raggiunti dei cicli ovulatori regolari, di interrompere l’assunzione di DOSTINEX un mese prima del tentativo di concepimento.
  • La cabergolina può provocare una riduzione dei livelli ematici di emoglobina e/o dei globuli rossi.
  • In base ai dati disponibili sul metabolismo della cabergolina non possono essere previste interazioni farmacocinetiche con altri medicinali.

Autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale per uso

Sono disponibili informazioni relative a 23 bambini su 258 che presentavano un totale di 27 anomalie neonatali, sia di carattere maggiore che minore. Le anomalie neonatali più comunemente riscontrate sono state le malformazioni di tipo muscoloscheletrico (10), seguite da anomalie di tipo cardiopolmonare (5). Non sono disponibili informazioni su patologie perinatali o sullo sviluppo nel lungo termine di bambini esposti alla cabergolina durante la vita intrauterina. I pazienti devono essere regolarmente monitorati per lo sviluppo di disturbi del controllo degli impulsi.

Dopo l’inizio della terapia con agonisti della dopamina, i pazienti in genere vengono visitati a intervalli da uno a tre mesi fino a quando non sono stabili. Non sono disponibili informazioni relative all’interazione tra cabergolina ed altri alcaloidi dell’ergot; pertanto, l’uso concomitante di questi medicinali nel trattamento a lungo termine con cabergolina non è raccomandato. I pazienti che hanno manifestato sonnolenza e/o un episodio di sonno improvviso devono astenersi dal guidare veicoli o usare macchinari. Può essere presa in considerazione una riduzione del dosaggio o l’interruzione della terapia (vedere paragrafo 4.7).

La cabergolina, inoltre, interagisce con i neuroni dopaminergici della zona nigrostriatale nell’encefalo. Nei pazienti affetti da morbo di Parkinson, si ha una degenerazione dei neuroni dopaminergici nigrostriatali e un decifit degli enzimi responsabili della sintesi di dopamina. Questo è il motivo per cui – per il trattamento di questa patologia – vengono utilizzati farmaci in grado di agire direttamente sui recettori dopaminergici, come la cabergolina. La cabergolina è un farmaco agonista dei recettori per la dopamina e – come tale – è in grado di imitarne gli effetti biologici. In particolare, la cabergolina agisce sui recettori D2 (recettori dopaminergici di tipo 2) localizzati sulle cellule deputate al rilascio di prolattina che si trovano nell’ipofisi anteriore.

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